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Stefano Schirato: Photojournalist - TerraMala

STORIE

TerraMala

La cosiddetta “terra dei fuochi” è un’area in Campania, situata tra le province di Caserta e Napoli, tristemente nota per essere la zona più inquinata della regione, a causa di milioni di rifiuti tossici illegalmente sversati qui da oltre vent’anni.

Industrie nazionali e internazionali hanno smaltito illegalmente rifiuti pericolosi grazie ad accordi con politici locali e camorra, abbattendo così gli enormi costi di smaltimento.

I rifiuti non solo vengono sotterrati in campi utilizzati per l’agricoltura, ma anche bruciati provocando fumi tossici.

Il disastro ambientale è il più grave in tutta Italia e ha effetti sul suolo, e di conseguenza sui prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, e sull’acqua ma mette a rischio le vite delle persone che accanto alle discariche vivono, specialmente tra i bambini e i giovani. Dopo l’enciclica del Papa Laudato sii e anni di denuncia e protesta, ISS rende ufficiale e certificato che nella terra dei fuochi si muore di più anche per «l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e/o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani.

Il lavoro sulla terra dei fuochi consta in realtà di due filoni, che si intrecciano e si separano continuamente. Da un lato c’è il racconto di una terra martoriata da un inquinamento di origine dolosa e malavitosa, che sta condannando a morte chi lì vive. Dall’altra, ci sono proprio gli abitanti: bambini morti di tumore e madri inconsolabili ma coraggiose, che manifestano e lottano senza tregua contro questo massacro; ci sono i malati, che combattono quotidianamente per la loro vita; artisti che mettono il proprio talento al servizio della causa; giovani che hanno visto morire i loro genitori e chiedono a gran voce un futuro diverso. Tutti accomunati da un attaccamento alle proprie origini così radicato che, se domandi loro perché non si trasferiscono altrove, puoi sentirti dare una risposta che suona come “E dove devo andare?”